Indicazioni del Vicario Generale per i Parroci e i Responsabili di Comunità ecclesiali diocesane (del 4 febbraio 2019)

Carissimo confratello, il Consiglio Pastorale Diocesano, riunitosi in data 11 Gennaio 2019, ha espresso in un Documento (vedi allegato), approvato e fatto proprio dal Vescovo, la propria posizione circa l’uso strumentale dei simboli religiosi e la questione complessa e delicata dell’immigrazione.

Il Documento è stato inoltrato come “comunicato stampa” e pubblicato sul sito internet della Diocesi, su Gazzetta d’Alba e su alcuni Giornali locali e ripreso da altre testate ed emittenti a più ampio raggio. Sarebbe auspicabile che questo Documento potesse avere anche una “ricaduta” concreta nelle realtà ecclesiali diocesane, in primo luogo nelle Parrocchie, lasciando ai singoli Parroci e/o Responsabili di Comunità la libertà di scegliere le modalità e il contesto specifico della comunicazione (Consigli parrocchiali, bollettini, siti internet, assemblee…).

Grato per l’attenzione, ti saluto cordialmente ed auguro ogni bene nel Signore a te e a quanti sono affidati alla tua cura e sollecitudine pastorale,

don Claudio Carena, Vicario Generale

 

 

COMUNICATO STAMPA

LA DIOCESI PRENDE POSIZIONE SULL’USO IMPROPRIO DEI SIMBOLI DI FEDE E SUL TEMA DEGLI IMMIGRATI

Nell’ultima seduta del Consiglio Pastorale Diocesano, è stato approvato all’unanimità un documento che a partire dal Libro Sinodale prende chiaramente posizione contro gli usi impropri che, soprattutto a livello politico, si fanno dei simboli di fede e sul tema degli immigrati.

Da una parte si esprime «amarezza nel vedere come la fede cristiana venga ridotta a uno stendardo, a simbolo identitario, a strumento di disgregazione sociale», con «inganno» e  per «esclusivi fini di potere e di protagonismo».

Si rimane perplessi di fronte al fatto che «l’immigrazione sia affrontata solo in modo strumentale per guadagnare un po’ di elettorato», con una «previa ben confezionata manipolazione», per «distogliere l’attenzione e non dare risposte ai tanti problemi degli italiani». Il Consiglio Pastorale è deluso perché su questi temi «sono taciute o irrise le proposte che vengono dal ricco tessuto della società civile». E mentre si riconosce «nella linea tracciata da papa Francesco e dall’intera Chiesa italiana», ringrazia i credenti albesi che «con generosità, senza urlare, danno ogni giorno risposte concrete e visibili ai bisogni di italiani e stranieri», respingendo «ogni tentativo meschino e interessato di dividere la comunità proprio sul tema dell’amore accogliente, essenza dell’identità cristiana».

Alba, 29 gennaio 2019

 

Allegato: Il verbale integrale del Consiglio Pastorale dell’11 gennaio 2019.

don Giusto Truglia – direttore Ufficio comunicazioni sociali diocesi di Alba

giusto.truglia@stpauls.it

0173-363264

 

VERBALE DEL CONSIGLIO PASTORALE DIOCESANO DI ALBA dell’11 gennaio 2019

Venerdì 11 gennaio 2019 si è riunito il Consiglio Pastorale Diocesano di Alba. Fra i punti all’ordine del giorno figurava anche una breve analisi dell’attuale situazione socio-politica. Essa non è una novità del momento. Infatti il Libro Sinodale, al Capitolo 9, dal significativo titolo “La Chiesa albese e la società”, traccia già la strada per una Chiesa che cammina con la gente e ama la terra albese. Di conseguenza, il numero 127 del Libro Sinodale dà questa puntuale e concreta indicazione: «I Consigli pastorali diocesani e parrocchiali e il Consiglio presbiterale inseriscano in modo costante e metodico all’ordine del giorno temi ed argomenti attinenti la vita sociale».

Per evitare ogni confusione o fraintendimento, offre poi alcune coordinate che, se non fossero state scritte e stampate nel 1998 – quindi 20 anni fa –, si potrebbero ritenere scritte oggi e per l’oggi. Eccone alcune:  «Sono dannose:

  • la contrapposizione alternativa tra impegno politico e volontariato;
  • la lettura partitica delle indicazioni del Magistero;
  • la strumentale enfatizzazione del legittimo pluralismo politico per giustificare ogni scelta e   ridurre a questione privata l’esperienza di fede;
  • l’uso a fini politico-elettorali dei simboli, dei vocaboli e delle categorie religioso-ecclesiali» (Libro sinodale numero 129).

Venendo all’attuale situazione sociale e politica, tutta volutamente concentrata sulla questione complessa e difficile dei migranti, sono stati evidenziati comportamenti miranti a:

  • dividere le comunità cristiane d’Italia, riproponendo in esse logiche partitiche;
  • delegittimare i Pastori,
  • creare contrapposizioni tra loro e i fedeli.

È significativo l’uso di vocaboli come “vescovoni” e “pretoni”. Il primo spesso utilizzato in un recente passato per deridere e umiliare. Sono tentativi che, a livello metodologico, possono qualificarsi come tendenzialmente scismatici, volti a favorire scelte e logiche di interesse partitico. È in ballo – anche se non sempre ce ne rendiamo conto – l’integrità e unicità del Corpo ecclesiale. Con tali premesse e in questo contesto, il Consiglio pastorale della Diocesi di Alba, unanime, ha approvato il seguente documento:

«Il Consiglio Pastorale Diocesano:

  • esprime la propria amarezza nel vedere come la fede cristiana venga ridotta a uno stendardo, a simbolo identitario, a strumento di disgregazione sociale. Usati con inganno, e in modo consapevole e malizioso, per esclusivi fini di potere e di protagonismo;
  • manifesta perplessità e contrarietà al fatto che l’immigrazione sia affrontata solo in modo strumentale per guadagnare un po’ di elettorato o per una piccola battaglia politica tra i partiti o addirittura intra partitica;
  • sottolinea con delusione come su tale tema siano taciute o irrise le proposte che vengono dal ricco tessuto della società civile, delle imprese e del lavoro, delle autonomie locali, della ricerca, della scuola, ecc. e come vengano accreditate e moltiplicate ad arte le manipolazioni e le dicerie, pur consapevoli della loro oggettiva falsità;
  • evidenzia con dispiacere  come tale tema sia usato, previa  ben confezionata manipolazione, come strumento subdolo e semplicistico per distogliere l’attenzione e non dare risposte ai tanti problemi degli italiani, specie del lavoro e dei giovani, delle famiglie e degli anziani, negarne l’esistenza e avere mani libere per ogni tipo di manovra;
  • sostiene e ringrazia il popolo albese dei credenti: laiche e laici, religiose e religiosi, diaconi e preti, che con generosità, senza urlare o provocare, danno ogni giorno, sia a livello individuale, sia in modo organizzato e strutturato (Caritas, Migrantes, Centri o Gruppi di ascolto e volontariato, ecc.) concrete e visibili risposte ai bisogni di italiani e stranieri;
  • respinge il tentativo meschino e interessato di dividere la comunità proprio sul tema dell’amore accogliente, essenza dell’identità cristiana e vero segno della sua differenza;
  • si riconosce pienamente e senza riserve nella linea tracciata da papa Francesco, dall’intera Chiesa italiana e dal nostro Vescovo.

Ai sensi delle norme canoniche e sinodali, il Vescovo Marco Brunetti ha fatto proprio quanto deliberato dal Consiglio Pastorale Diocesano.

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